Emergenza Covid
In queste settimane e nei prossimi mesi l'impegno umanitario di Kasomay sarà volto a contrastare la diffusione del virus, che in Africa avrebbe un impatto devastante.
Negli ultimi mesi l'emergenza Covid19 ci ha fatto capire che "a distanza" tutto è più difficile e complicato.
Noi di Kasomay, da diversi anni, riusciamo a prenderci cura ogni giorno anche a distanza di molti bambini, assicurandoci che abbiano i farmaci di cui hanno bisogno e che siano ricoverati e operati quando necessario.
Tutto questo è possibile soprattutto grazie ai nostri collaboratori locali, Bertrand, Fatou e Robert, ormai abituato a dormire per terra in ospedale accanto ai bambini ricoverati, pur di non lasciarli mai soli.
Sono loro i nostri occhi e le nostre mani che sanno trasmettere coraggio e tenerezza.
E di questo non smetteremo mai di ringraziarli.
Rinviata a data da destinarsi la missione in Senegal prevista per marzo a causa dell’emergenza Covid-19, prosegue l’attività dei collaboratori, volontari e sostenitori di Kasomay, sia nella regione senegalese della Casamance, sia sul nostro territorio.
Al 21 aprile i dati relativi al Covid-19 in Senegal registrano 412 casi positivi accertati, 242 guariti, 5 decessi, 1 evacuato e 164 pazienti in trattamento. Il Governo di Dakar, a partire dal 23 marzo e fino al 3 maggio, ha stabilito la chiusura delle frontiere aeree, terrestri e marittime e il coprifuoco dalle 18 alle 6. Sono state sospese le frequenze di scuole e università e limitati gli spostamenti, se non per comprovati motivi di necessità e urgenza. Esercito e forze dell’ordine sono scese in campo per evitare assembramenti e garantire il rispetto delle misure previste.
Anche Kasomay ha momentaneamente interrotto le attività ambulatoriali non urgenti e posticipabili, continuando comunque a garantire la possibilità di accesso alle strutture ospedaliere per la popolazione pediatrica in situazione di emergenza e urgenza.
𝗜𝗻 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗲 𝘀𝗲𝘁𝘁𝗶𝗺𝗮𝗻𝗲 𝗲 𝗻𝗲𝗶 𝗽𝗿𝗼𝘀𝘀𝗶𝗺𝗶 𝗺𝗲𝘀𝗶 𝗹’𝗶𝗺𝗽𝗲𝗴𝗻𝗼 𝘂𝗺𝗮𝗻𝗶𝘁𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝗞𝗮𝘀𝗼𝗺𝗮𝘆 𝘀𝗮𝗿𝗮̀ 𝘃𝗼𝗹𝘁𝗼 𝗮 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗮𝘀𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝗱𝗶𝗳𝗳𝘂𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝘃𝗶𝗿𝘂𝘀, 𝗰𝗵𝗲 𝗶𝗻 𝗔𝗳𝗿𝗶𝗰𝗮 𝗮𝘃𝗿𝗲𝗯𝗯𝗲 𝘂𝗻 𝗶𝗺𝗽𝗮𝘁𝘁𝗼 𝗱𝗲𝘃𝗮𝘀𝘁𝗮𝗻𝘁𝗲.
𝗟’𝗮𝘀𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗵𝗮 𝗽𝗲𝗿𝘁𝗮𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗲𝘀𝘁𝗶𝗻𝗮𝘁𝗼 𝟱.𝟬𝟬𝟬 𝗲𝘂𝗿𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗹’𝗮𝗰𝗾𝘂𝗶𝘀𝘁𝗼 𝗲 𝗹𝗮 𝗱𝗶𝘀𝘁𝗿𝗶𝗯𝘂𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝗱𝗶𝘀𝗽𝗼𝘀𝗶𝘁𝗶𝘃𝗶 𝗱𝗶 𝗽𝗿𝗼𝘁𝗲𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲. 𝗜 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗶 𝗰𝗼𝗹𝗹𝗮𝗯𝗼𝗿𝗮𝘁𝗼𝗿𝗶 𝗮𝗳𝗿𝗶𝗰𝗮𝗻𝗶 𝘀𝗶 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗮𝗳𝗳𝗶𝗮𝗻𝗰𝗮𝘁𝗶 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗹𝗼𝗰𝗮𝗹𝗶 𝗶𝘀𝘁𝗶𝘁𝘂𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝘀𝗮𝗻𝗶𝘁𝗮𝗿𝗶𝗲 𝗶𝗻 𝘂𝗻𝗮 𝗰𝗮𝗺𝗽𝗮𝗴𝗻𝗮 𝗱𝗶 𝘀𝗲𝗻𝘀𝗶𝗯𝗶𝗹𝗶𝘇𝘇𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗻𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝗽𝗼𝗽𝗼𝗹𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗶 𝘃𝗶𝗹𝗹𝗮𝗴𝗴𝗶 𝘀𝘂𝗶 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗮 𝗺𝗲𝘁𝘁𝗲𝗿𝗲 𝗶𝗻 𝗮𝘁𝘁𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗲𝘃𝗶𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗮𝗴𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗮𝗴𝗶𝗼.
Kasomay ha acquistato a Dakar mascherine protettive FFP3, che stanno iniziando a diventare irreperibili, da destinare al personale medico e paramedico del reparto ospedaliero di Ziguinchor (𝘯𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘧𝘰𝘵𝘰), in cui sono ricoverati pazienti con Covid-19, e al Poste de Santé di Kabrousse. Sempre a Dakar sono state acquistate mascherine chirurgiche da distribuire ai pazienti che si presentino al Poste de Santè con sintomi riconducibili al Covid-19. Kasomay ha inoltre acquistato gel disinfettanti per la pulizia e la disinfezione delle mani e saponette da distribuire abbondantemente e ripetutamente alla popolazione.
Ogni giorno i medici e volontari di Kasomay sono in contatto con i collaboratori dell’associazione in Senegal per tenere monitorata l’evoluzione della situazione e intervenire per eventuali emergenze.
Tutto il materiale di protezione distribuito in queste settimane per limitare il contagio in Senegal è stato acquistato anche grazie alle donazioni ricevute negli ultimi mesi.
In particolare, grazie a:
Fondazione Corrado e Bruno Maria Zaini (gruppo Fatro): 2000 euro
SACMI: 500 euro
BCC Romagna Occidentale: 500 euro
A loro va il nostro grazie, così come a tutti coloro che hanno destinato il 5×1000 a Kasomay, donandoci 12.460,03 euro, e a chi ha rinnovato la quota associativa per il 2020.
Intervista a Sabato Sera, Settimanale di Imola
La dottoressa Antonella Allegrini, psicologa, è la vice presidente di Kasomay Imola Onlus. Quando risponde al telefono, dice di aver appena finito di ordinare un carico di mascherine e prodotti igienizzanti a Dakar, come deliberato poco prima dal consiglio direttivo. Kasomay Imola Onlus ha la propria sede in via Serraglio 20. E’ un’associazione nata nel 2011, di cui fanno parte pediatri, osteopati, fisioterapisti, dermatologi provenienti da tutta Italia, che opera in Senegal e offre sostegno all’ospedale pediatrico nella zona di Casamance, una terra stremamente isolata rispetto al resto del Paese. Una task force che segue al monento circa 140-150 bambini e sarebbe dovuta volare dall’altra parte del Mediterraneo lo scorso 13 marzo. Purtroppo l’emergenza coronavirus li ha costretti a sospendere le visite mediche di “routine” sul territorio.
Prima di tutto – spiega Sergio Zarrilli, pediatra di Campobasso e tra i fondatori dell’associazione – come operatori sanitari vogliamo dare il nostro contributo in Italia; secondo, e’ troppo alto il rischio che qualcuno di noi possa avere in incubazione il virus, diffondendolo in quel contesto con conseguenze gravissime per la popolazione locale”. Gli operatori dell’associazione in Senegal stanno continuando solo le attivita’ di monitoraggio della situazione, mentre tutte le visite mediche e le altre cure sono sospese. “Si tratta di una misura restrittiva adesso necessaria, pero’ a lungo termine potrebbe creare dei problemi, considerate anche le patologie dei nostri ‘piccoli’ pazienti, come epilessia o problemi cardiaci”, spiega Zarrilli, precisando che Kasomay continua il suo sostegno anche dall’Italia. Come? Finanziando e contribuendo alla fornitura di sapone e gel disinfettante e garantendo la fornitura di dispositivi di protezione adeguati. Ad oggi, i casi positivi in Senegal sono 99, di cui nove guariti e zero morti, come confermato dai dati ufficiali della John Hopkins University. In particolare, nella zona di Casamance “ci sono tre casi positivi confermati, di cui due importati (si tratta di turisti francesi, ndr) e uno diffuso sul territorio”. Sono 30, secondo i dati in loro possesso, le persone che sono state messe in quarantena, in attesa dei risultati.
In Senegal la situazione non è come in Italia– conclude Allegrini – anche e soprattutto per quanto riguarda il servizio sanitario. Li si paga tutto, e quando dico tutto e tutto, comprese le siringhe che vengono utilizzate. Ecco perchè chi non ha possibilità economiche, davanti ad una febbre “normale” 38-39, resta a casa. Ecco perchè a Bertrand e Robert, i due operatori di Kasomay che operano a Casamance è stata ribadita la fondamentale importanza della loro attività di comunicazione e prevenzione. Noi conosciamo bene quella realtà – conclude la dottoressa Allegrini -. E’ una bomba pronta ad esplodere.