Dal diario di Francesco Pastore:Ho scritto questi pensieri qualche giorno fa in una pausa, con il rumore dell’Oceano in sottofondo ed il sole ancora caldo del tardo pomeriggio che mi illuminava… li condivido con voi:
“È la terza volta che mi ritrovo in questo lembo di terra, sospeso tra l’Oceano ed un territorio bagnato da un fiume che qui vicino, prima di tuffarsi nell’Atlantico, si disperde in 1000 rivoli al cui interno ci sono tante isolette, alcune abitate, altre no: la Casamance, estremo sud del Senegal, a pochi chilometri dalla Guinea Bissau.
E poi c’è la gente: già, questo popolo che ti guarda profondamente, che ti sorride e ti tende la mano, chiedendoti “Kasomay?” cioè “Come stai?”
Con il tempo ho imparato a conoscere meglio questo popolo : i loro ritmi lenti, i loro costumi, le loro abitudini, sebbene, come sempre quando ci sono diverse religioni (qui Cristiani, Mussulmani ed Animisti convivono senza problemi…), sono queste che scandiscono e regolano tutto.
E i BAMBINI: ce ne sono proprio tanti e mi chiedo, quando mi guardano con quegli occhioni neri, che futuro avranno i figli di questa terra…a loro non mancheranno mai riso e pesce, da consumare tutti insieme, seduti attorno ad una ciotola e mangiando con le mani…già e poi?”
Kabrousse, 10-20 Aprile 2018