Missione Kasomay, aprile 2024. Riflessioni e programmi futuri.

Sono passati poco più di tre mesi dal ritorno del gruppo che si è recato in Casamance lo scorso Aprile. Ci siamo dunque riuniti (ahimè virtualmente visto che viviamo in posti diversi) per discutere i prossimi passi per rendere l’operato di Kasomay sempre più efficace, per ripercorrere i momenti salienti della missione ed individuare le cose fatte bene e quelle da migliorare, per condividere le nostre esperienze con gli altri membri di Kasomay che per diverse ragioni non hanno potuto unirsi a noi, e poi, per il piacere di rivederci (sullo schermo…).

Missione aprile 2024

A noi che siamo partiti in missione per la prima volta, è stato chiesto di condividere le nostre impressioni.

Annika ha usato un’espressione che rende perfettamente l’idea di cosa abbiamo provato. La missione ci ha “nutrito”.

Forse ci sono volute un paio di settimane per “metabolizzare” dei giorni intensissimi da tutti i punti di vista. Come ha detto Annika, molto probabilmente abbiamo ricevuto più di quello che siamo riusciti a dare. Malgrado le oggettive carenze, la povertà, i limiti del Poste de Santé, abbiamo incontrato persone degne, madri (i padri, ahimè, sono molto assenti) che sono venute anche dalla Guinea Bissao per dare ai loro figli la possibilità di essere visitati da dei pediatri, bambini sorridenti, ed altri meno, bambini che non piangono mai, che si fanno visitare senza batter ciglio e che già da così piccoli, sono molto degni.
Luisa ha detto che dopo essere stata in contatto con tante famiglie della Casamance per telefono o attraverso messaggi, quando è arrivata a Cabrousse ha avuto l’impressione di un posto conosciuto. Questo sentimento si è rafforzato quando ha cominciato ad incontrare le persone con cui era stata in contatto a distanza.
Kasomay si muove nella Casamance con molta discrezione e grande diplomazia.

Simonetta ha detto che queste sono “sabbie mobili”, un passo sbagliato, un gesto interpretato male, un suggerimenti non ben capito, e il rapporto di fiducia con le autorità sanitarie locali potrebbe venir meno, con gravi ripercussioni sulle attività future. Ma Kasomay fortunatamente non ha fatto passi falsi ed il rapporto di stima e collaborazione con le autorità locali continua e si è rafforzato.

Abbiamo lasciato la Casamance con i problemi di salute di alcuni bambini ben presenti nella nostra mente.

L’adolescente a cui bisognerà togliere un occhio, ahimè compromesso definitivamente dalle cure sbagliate suggerite da un guaritore; il bambino con il piede equino, i bambini cardiopatici. Ma Kasomay non smette la sua attività una volta fatto ritorno in Italia. Quotidianamente i pediatri senegalesi ed il personale di supporto locale finanziati da Kasomay sono in contatto con i pediatri ed i volontari di Kasomay che continuano il loro lavoro a distanza. L’impegno continua al di là delle missioni.
Ma cosa si potrebbe fare che ancora non si è fatto? Quali sono i punti particolarmente deboli del sistema sanitario senegalese che bisognerebbe rinforzare?

Non ci sono stati dubbi durante la discussione che la neonatologia è uno di questi.

La carenza di medici e di ostetriche significa che dopo il parto i neonati non sono visitati. Le ostetriche a volte fanno dei gesti sbagliati durante i parti con conseguenze negative anche di lunga durata per i bambini. Il piano per il futuro è dunque far partire dall’Italia dei neonatologi e delle ostetriche che possano anche fare formazione al personale locale.


Ma sempre per evitare di cadere nelle “sabbie mobili”, bisogna fare attenzione: spesso il personale medico di sesso maschile non è ben accetto nelle Maternità o a volte gli è completamente vietato l’ingresso. Dunque un elemento da considerare seriamente quando le attività di Kasomay si espanderanno alla neonatologia e alle Maternità. Speriamo che questo possa avvenire già dal prossimo anno.
Quando si riparte? Marcello sicuramente ripartirà in autunno. Per gli altri forse la primavera 2025 è una data più realistica. Ma intanto in Casamance o in Italia, il lavoro continua!